La scoperta e la consapevolezza di avere un talento artistico maturano gradualmente in Flavio Grassi.
Il mondo della moda e dell’arte, i colori, i materiali, i tessuti, lo hanno sempre affascinato, questo sì. Ma da ragazzo non aveva mai pensato di poterne fare un mestiere. Flavio frequenta una scuola professionale a Monza, la città in cui è nato, e inizia a lavorare in ambiti diversi da quello che sarebbe stato poi il suo percorso.
A 26 anni, seguendo la sua passione, decide di iscriversi alla Scuola Marangoni di Milano, per frequentare il corso di stilista, che allora comprendeva sia una parte creativa (il disegno del modello), sia una parte tecnica (la realizzazione concreta del capo). È soprattutto quest’ultimo aspetto, quello pratico , ad affascinarlo di più e questa predilezione per la componente manuale del processo creativo sarà una costante nella sua carriera.
Dopo il diploma, inizia a lavorare all’interno dello studio di cui ancora oggi è collaboratore, che progetta e realizza scenografie e allestimenti per eventi e, soprattutto, per le vetrine dei più importanti brand internazionali della moda e del lusso. Flavio si occupa di trovare soluzioni concrete per realizzare le idee che nascono sulla carta e poi dà loro forma, con le proprie mani, tagliando, incollando, piegando e intrecciando i diversi materiali. Scopre così questa sua dote e vocazione all’artigianalità e la coltiva anche nel tempo libero, mettendo insieme i due elementi che più lo affascinano: i tessuti, in particolare i nastri, e l’intreccio.
La prima opera, Barocco, risale al 2005 ed è dedicata alla sua grande passione per il decoro, che caratterizzerà anche le opere successive, arricchendosi dei disegni e dei colori incontrati durante i suoi viaggi. Il Marocco, Bali, l’India, la Spagna, Venezia: i luoghi del cuore diventano ispirazione per le sue composizioni. Ma i lavori non nascono mai da un’idea astratta: il processo creativo si innesca sempre attraverso l’incontro dell’ispirazione iniziale con la materia e prende forma nel momento stesso in cui l’artista comincia a eseguire l’opera, a testare le combinazioni di due colori su uno schema , che lui stesso ha realizzato come base per i propri disegni , fino a ottenere l’effetto desiderato.

«Quando inizio un nuovo progetto, vedo già il risultato finale e inseguo in qualche modo quell’immagine, quella visione», racconta. Flavio scompone questa immagine che poi trasferisce manualmente sulla tela , intreccio dopo intreccio.

Il disegno tecnico studiato da ragazzo, poi quello creativo sviluppato nel suo percorso lavorativo , assieme alle capacità manuali, convergono oggi nelle sue opere artistiche e artigianali, impreziositi dall’elemento materico, il raso, che riflette la luce e sembra cambiare colore a seconda della posizione da cui lo si guarda. «È tutta una questione di calcolo, di pazienza e di manualità. E questo sono io».



Giovanna Mancini